GIulio Fabrizio Maria Tomasi di Lampedusa

Giulio IV Tomasi di Lampedusa, il Principe che ispirò il Gattopardo

Giulio Fabrizio Maria Tomasi, membro della prestigiosa famiglia Tomasi di Lampedusa, è noto per essere il bisnonno di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Fu proprio questa figura storica a ispirare lo scrittore per il personaggio del Principe Fabrizio Salina, protagonista del celebre romanzo “Il Gattopardo”.

Le origini aristocratiche

Giulio Tomasi nacque a Palermo il 12 aprile 1813, erede di una delle più importanti famiglie dell’aristocrazia siciliana. Dal padre, Giuseppe Tomasi e Colonna, ereditò nel 1831 il titolo di Principe di Lampedusa e Duca di Palma. Fu anche Grande di Spagna e membro del Parlamento del Regno di Sicilia fino al 1848. Dalla madre, Carolina Wochinger, di origini tedesche, ereditò un’inclinazione per il rigore intellettuale e lo scientismo illuminista del Settecento.

Un matrimonio di prestigio

Giulio Tomasi sposò Maria Stella Guccia e Vetrano, figlia del marchese di Ganzaria e zia del matematico Giovanni Battista Guccia, fondatore del Circolo Matematico di Palermo. Questo matrimonio consolidò ulteriormente il prestigio della famiglia Tomasi, unendo due importanti dinastie siciliane.

Un aristocratico intellettuale

Giulio Tomasi era noto per la sua curiosità intellettuale e la sua vasta cultura. La sua ricca biblioteca, che includeva testi di astronomia, matematica, geometria, meccanica e fisica, rifletteva la sua passione per il sapere. Tra i volumi più preziosi, si trovavano esemplari della Meccanica Analitica di Joseph-Louis Lagrange e uno dei primi volumi stampati del celebre Kosmos di Alexander von Humboldt.

L’osservatorio astronomico

Nel 1853, Giulio Tomasi creò un osservatorio astronomico nella sua villa nella Piana dei Colli, a nord di Palermo, conosciuta come Villa Lampedusa, la nostra Villa del Gattopardo, che fu acquistata da lui stesso, nel 1845, col risarcimento che gli aveva erogato il governo borbonico in seguito all’esproprio dell’isola di Lampedusa. Questa villa, per l’innovazione introdotta, era nota come “Osservatorio ai Colli del Principe di Lampedusa”. Nel 1845, la villa fu acquistata con il risarcimento erogato dal governo borbonico a seguito dell’esproprio dell’isola di Lampedusa, dove allestì l’osservatorio per assecondare le sue velleità astroscopiche.

La biblioteca e l’eredità culturale

La biblioteca di Giulio Tomasi, oggi in parte conservata a Palermo presso l’archivio privato della famiglia Lanza Tomasi, è un testimone della sua vasta cultura. Sebbene fosse un astronomo dilettante, Giulio ricevette “sufficienti riconoscimenti pubblici e gustosissime gioie private”, come ricordato dal pronipote scrittore ne “Il Gattopardo”.

La morte e il lascito

Giulio Tomasi morì a Firenze nel 1885. Alla sua morte, l’osservatorio fu frazionato tra gli eredi e la strumentazione astronomica venduta. La sua eredità vive attraverso la letteratura, grazie all’opera del suo pronipote Giuseppe Tomasi di Lampedusa, che con “Il Gattopardo” ha immortalato la figura del Principe di Lampedusa.

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